Capitano mio Capitano

di Fabrizio Ravelli

È stata festeggiata, prima dai marinai con torte e saluti commossi, poi nella sala polifunzionale dal direttore Giacinto Siciliano, dalla polizia penitenziaria, dal suo staff e dai collaboratori. Sì, Graziella Bertelli, quella che vedete nella foto in testa al sito, è andata in pensione.

La comandante della Nave, proprio quest’anno che si celebrano i vent’anni del reparto da lei fondato, ha dovuto lasciare il timone.

La Nave non si ferma, ovviamente, e continua a navigare guidata dall’équipe che Graziella ha saputo costruire attorno a sé in questi anni. Dei quali, naturalmente, sarà importante conservare la memoria. Per cui noi tutti ci auguriamo che, un giorno quando ne avrà voglia, Graziella riprenda in mano la raccolta dei diari di navigazione e ci racconti questi vent’anni con un libro.

Sarebbe un racconto importante, e non solo per quelli che hanno partecipato all’avventura. Che la Nave sia un reparto che ancora non ha fatto scuola nelle carceri italiane è un vero peccato, anzi un vero crimine. Magari se Graziella ce lo raccontasse potrebbe convincere qualcuno a imitarlo, a cercare sponde e finanziamenti. Perché ce lo diciamo sempre: sarebbe bello se ci fossero altre Navi, e in generale se tutti i reparti di un carcere fossero organizzati con la cura e l’attenzione che i marinai trovano al quarto piano del terzo raggio di San Vittore.

Cercheremo di convincere Graziella, e le occasioni non mancheranno. La comandante, infatti, lascia il timone ma non abbandona la Nave. Ora è una volontaria dell’associazione Amici della Nave, questa che conoscete, e continuerà a darsi da fare perché la navigazione prosegua nelle migliori condizioni possibili. Quindi non è un addio. Graziella, che in questi vent’anni ha messo in gioco una grande passione, una profonda esperienza professionale, e diciamo anche un amore senza condizioni per la Nave e i suoi occupanti, resterà fra noi. Se anche per un solo istante ha pensato di allontanarsi, diciamo che non la passerà liscia.