Quando (anche) la periferia canta

di Fabrizio Ravelli

I nostri amici ospiti della Nave quasi sempre arrivano dalle periferie.

Questo vale per i milanesi. Ma anche per quelli che arrivano da paesi lontani: Serbia, Marocco, Egitto, Salvador, Bangladesh, eccetera.

Solo chi non conosce Milano può pensare che le periferie siano posti separati, lontani, quando sono invece l’anima della città. Allo stesso modo noi eurocentrici consideriamo periferie dei paesi che hanno una loro storia e una dignità, alla pari col nostro.

L’altra sera, in una di queste periferie, cioè Quarto Oggiaro che spesso ha visto nascere ospiti del reparto, il coro degli Amici della Nave ha tenuto un suo concerto, il secondo dopo la chiusura del lockdown. Nella sala molto affollata della parrocchia di Santa Lucia il coro, composto da ex-marinai, volontari, staff, amici, ha cantato sei brani, fra gli altri di Jannacci, Gaber, Vasco Rossi. Ascoltare stranieri cantare “Ma mi” in milanese è sempre bello.

Prima del concerto è stato proiettato il docufilm “Exit”, che racconta molto della Nave e del Refettorio Ambrosiano di Greco. Insomma, una bella serata calda al di là delle temperature esterne, con molti familiari e bambini. Il coro della nostra associazione è l’esperienza più coinvolgente per chi prova a tenere insieme una comunità, anche fuori dal carcere e per non interrompere un percorso di inclusione. Diciamo che le periferie ci sono familiari, e ci piace averle vicine.