Gli Amici della Nave con la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti insieme da Papa Francesco: un incontro emozionante oltre ogni descrizione, con una rappresentativa del Coro della nostra Associazione che ha potuto esibirsi accanto alla piccola Orchestra dei Popoli “Vittorio Baldoni”.
Il nostro incontro con papa Francesco e con le vite degli altri
di Graziella Bertelli*
Giovedì 4 febbraio, partenza per Roma.
Ho dormito poco stanotte, mi succede ogni volta che sto per intraprendere una nuova esperienza. Alle 08:15 avrò il treno per Roma e mi troverò alla stazione alle 07:45 con tutti i ragazzi, Eliana e Paolo. I ragazzi sono i miei ex marinai ora sul territorio, chi in comunità, chi misura alternativa, chi in detenzione e chi libero, sono sei. Antonio, Ferdinando, Alessandro, Samuel, Salomon e Khalid. Da tre giorni sono andata in pensione e so con certezza che questo nuovo ruolo mi metterà in una situazione diversa con loro, ma non so ancora bene quale e come me la giocherò. Ma poi penso che non sono io la protagonista, che stiamo andando tutti nello stesso modo a incontrare il Papa, che ci è stata data un’occasione meravigliosa per stare insieme e incontrare un uomo che rappresenta la Chiesa, Gesù e Dio e quindi ci rappresenta tutti, indifferentemente dalla nostra provenienza e dalla nostra religione. Arrivo in stazione e sono già quasi tutti lì.
Scopro che nessuno ha dormito bene, proprio come me. Mi sento subito meglio e rivelo immediatamente il mio nuovo stato: non sarò più quella rompiscatole della dottoressa Bertelli, sarò Graziella, una di loro, socia dell’Associazione Amici della Nave. Mi sento immediatamente a mio agio nel mio nuovo ruolo e pronta per il viaggio e per assaporarmi con maggiore tranquillità, minuto per minuto questa nuova esperienza. E poi Roma! La nostra capitale! Qualcuno di loro non l’ha mai vista e io assaporo l’emozione di chi la vede per la prima volta, mi identifico in lui e noto quello che non avevo mai notato, quello che davo per scontato, la magia dei palazzi antichi, i sanpietrini per terra, le battute dei romani e la loro capacità di integrazione spontanea, il cibo eccellente e fatto al momento, l’arietta fresca che non mi aspettavo e Piazza San Pietro, la sua basilica, la prima chiesa! Scatto le foto, mi voglio immortalare in questi momenti incredibili, Ferdinando mi fa la foto in un cerchio rosso all’interno della chiesa e poi mi racconta che è proprio lì che si è incoronato imperatore Carlo Magno! Il 25 dicembre dell’800!
Il nostro alberghetto, abbastanza tristerello dall’esterno, si rivela essere molto dignitoso e tollerante. La sera accoglie anche gli altri ospiti che domani canteranno e si esibiranno davanti al Papa e si trova anche una stanzetta dove fare la prova. Si, perché i nostri ragazzi domani canteranno di fronte al Papa! Sento la loro emozione, tutti la esprimono in modo diverso, anche Ale che fa sempre quello distaccato, fuma una sigaretta dopo l’altra. Arriva l’ora di cena e Eliana ha prenotato in un posticino molto tipico e carino e ci raggiunge anche il direttore di San Vittore, Giacinto Siciliano. I ragazzi non mi sembrano turbati di questo arrivo, d’altronde domani incontreranno il Papa! Il direttore si trova a suo agio, è contento di essere con noi, anche lui è un po’ distaccato dal suo ruolo. Questa è la vera magia di Amici della Nave, lo dice il suo nome, fa diventare amici e, come dice il Papa, il mondo va avanti con l’amicizia, con il costruire insieme, non con la guerra e il distruggere ciò che si è creato! Che bello, domani sarò con tutti di fronte a Sua Santità, chissà se stanotte dormirò…
E invece mi sveglio serena, riposata, il tempo non è tanto bello ma non interessa, l’attesa si fa lunga ma non interessa, gli scalini sono tanti ma non interessa… Interessa invece l’espressione di tutti, l’entusiasmo, la serietà, la determinazione e la voglia continua di far partecipare anche le loro famiglie a questo evento. Quanta gioia che si assapora. Poi entra lui, il nostro Francesco! Sembra un po’ stanco, affaticato. ma non si perde un attimo, sorride sempre e sembra proprio uno come noi. E’ uno di noi e infatti non vuole cerimonie, nessun baciamano, nessuno si deve inginocchiare. Anzi, quando Khalid gli racconta che la volta che l’ha visto a San Vittore hanno diviso la cotoletta a metà, lui l’ha abbracciato! E poi Ferdinando si è tolto la felpa di Amici della Nave e gliela ha regalata!
Quanta emozione che mi porto a casa! Ma soprattutto mi porto a casa il ricordo di questi due giorni come qualcosa di importante che è successo nella mia vita, ho riscoperto la bontà, nei sentimenti, nelle espressioni e nelle vite degli altri.
*Fondatrice del reparto La Nave, leggi Capitano mio capitano di Fabrizio Ravelli
Una bellissima maratona che in realtà è appena iniziata
di Solomon Woldetatios
Con le parole non sono tanto bravo, ma cercherò di fare del mio meglio. Vi volevo ringraziare per avermi regalato questa opportunità di essere andato a Roma. Non c’ero mai stato prima. E’ una città bellissima, ho provato emozioni e sensazioni straordinarie fin dal primo momento: il ritrovo in Stazione centrale a Milano, il viaggio in treno, la visita della città, l’uscita serale tra noi amici, le mangiate nei ristoranti… fino al grande momento, quello più atteso e più temuto, l’incontro con il Papa. Aver cantato tutti insieme per lui e avere avuto un contatto così ravvicinato è stata una cosa indescrivibile, una cosa che non ti può capitare tutti i giorni ma, se si è fortunati, solo una volta nella vita. Per me questo momento tanto atteso, anche se è durato poco, è stato molto intenso e pieno di agitazione indimenticabile: me lo porterò sempre nel cuore. Grazie davvero per tutto quel che fate per noi, per aver creduto in noi, per averci regalato un mix di emozioni così forti che se ci penso adesso ancora non ci credo. Ma come voi credete in noi Io credo in voi: questo progetto Amici della Nave è una lunga maratona che è appena iniziata e io la sosterrò sempre, perché mi sta dando modo di crescere facendomi scoprire cose per me del tutto nuove.
Cos’è la bellezza se non la condivisione?
di Khalid Boudlal
I giorni passavano e piano piano la fatidica data della partenza per Roma si avvicinava creando in me una ricca serie di emozioni che mi agitavano ma mi rendevano felice allo stesso momento. La mia fantasia guidata dalle molte aspettative correva veloce come il treno che di lì a poco ci avrebbe portati nella capitale della cultura e della bellezza italiane. Sinceramente devo dire che quello che immaginavo non corrispondeva pienamente a quello che poi ho trovato: il piacere di reincontrare Paolo, Eliana e Graziella insieme con tutta la “ciurma”, la gioia di condividere con loro tutte le emozioni, quelle belle e quelle meno belle, le meraviglie della città, il timore di incontrare il Papa e il suo enorme carisma, i profumi e i colori che in un momento così importante e in un contesto così sontuoso ti restano. Però quello che per me è stato veramente magico è stato viverlo con degli amici, che hanno fatto parte di un mio passato difficile ma che faranno sicuramente parte di un mio futuro migliore.
In fondo… cos’è la bellezza se non la condivisione stessa.
Un abbraccio e un arrivederci.
Da san Vittore all’incontro col Papa
di Alessandro Altavilla
Per me queste giornate sono state strepitose. A un certo punto ho detto che se un giorno non mi avessero arrestato non ci sarei mai venuto, a Roma, e tanto meno avrei visto e stretto la mano al Papa! Cioè, in realtà per quanto riguarda il Papa questa è stata la seconda volta perché qualche anno fa l’avevo già visto in carcere, quando era venuto in visita a San Vittore… Ma questa volta è stata completamente diversa.
Grazie a voi sto provando emozioni nuove, mai provate in vita mia, anche perché andare a casa del Papa non è roba da tutti! Vi ringrazio con tutto il cuore per averci fatto vivere queste emozioni. E vi ringrazio anche perché credete in noi. Siete unici, grazie per tutto davvero.
Viaggio al centro del cuore
di Antonio Trionfo
Viaggio nel centro del cuore. Sì, è così che mi sono sentito. E’ stata una ascesa di emozioni dall’inizio del viaggio all’arrivo a Roma: città storica, sapevo che ci dovevamo esibire davanti al Papa ma non avevo ancora ben chiaro quanto fosse emozionante. E poi l’attesa. Il cuore si faceva sentire sempre di più, l’ansia si faceva padrona di me stesso… finché eccolo. E’ lui, Francesco: il Papa. Non sentivo più il cuore, l’ansia, l’emozione, troppe cose in un istante. Mi ha colpito il suo viso stanco, provato, e devo dire che i suoi occhi erano il riflesso di amore per l’umanità. Non avevo mai creduto in tutto questo. Invece all’improvviso non avevo più paura di cantare, mi sentivo avvolto di passione e tranquillità…
Penso di essere una tra le infinite persone che ha guardato negli occhi, sicuramente non rientro nei suoi ricordi. Ma sono certo, anzi certissimo che il suo sguardo, il suo viso, mi rimarranno impressi nel cuore. La mente un giorno potrebbe non essere in grado di ricordare. Ma il ricordo nel cuore me lo sono chiuso e ci resterà per sempre. Grazie, grazie, grazie Amici della Nave.
Non ho il dono della fede, ma in lui ho visto l’Umanità
di Ferdinando Papacciuoli
Mi sono svegliato alle 5 di mattina imprecando e dicendo “ma chi cazzo me la fatto fare…”. Ero nervoso perché ho un sacco di robe da tenere a bada e una cifra di problemi, e chi non li ha. Ma chi cazzo se ne frega degli altri. Poi come al mio solito arrivo sempre prima degli altri agli appuntamenti. Mi piace così, fare tardi non è nel mio stile.
Siamo arrivati a Roma spinti dall’entusiasmo di chi non c’era mai stato e di chi non ha mai visto Sua Santità. Il giorno prima della nostra esibizione lo abbiamo passato passeggiando per la città eterna, e senza presunzione mi sono permesso di regalare un po’ del mio sapere a chi passeggiava con me: forse è anche giusto cosi, bisogna dare agli altri quando si ha di più, anche se si tratta solo di sapere e di conoscere e non di robe materiali… Non è questo che insegna lui? Forse sono stato chiamato lì per anche per questo. Comunque lo realizzo solo dopo, mentre torno in albergo e la prima giornata è andata. Passeggiare con le persone è stato divertente, andare a braccetto con la Graziella e chiacchierare mi ha fatto stare bene, mi sono divertito, come con tutti.
Ma è solo la mattina dopo, quando vedo Paolo in giacca e cravatta, che ho realizzato che andavamo di fronte al capo della Chiesa Cattolica. L’esibizione è stata bella e emozionante. Però, se proprio devo dirla tutta, ho veramente colto la forza l’energia di quell’uomo così anziano solo quando mi sono seduto in treno per tornare a casa. Ho mandato a mia madre la foto mentre gli regalo la felpa dell’associazione spiegandogli brevemente chi eravamo. No, non sono cattolico, non credo purtroppo, anzi invidio chi riesce ad avere fede… a un certo punto mi squilla il telefono ed è un mio zio, mi dice “ué, ma sei andato da Ciccio!”, che è il nome in dialetto di Francesco, e io gli dico “sì!”. Scambio due chiacchiere e dopo 10 minuti mi risuona il telefono. Questa volta è un mio cugino che non sento mai, ma mai mi chiama solo per congratularsi perché sono andato dinanzi a papa Francesco, “vorrei conoscerlo io!”, mi dice, “sei un uomo fortunato…”.
E allora, in quel momento, sento veramente la forte energia che quest’uomo pur non muovendosi da Roma riesce a emanare attraverso agli uomini che gli passano davanti. E’ una roba che non si può descrivere e che ha una certa forza. Sono partito da Milano nervoso, sono tornato a casa che la mia compagna mi dice “tesoro sono contenta che sei andato a Roma, ti vedo molto rilassato, più tranquillo…”. E io a dire il vero mi sento proprio così: più rilassato, molto più tranquillo.
E’ stata una bella esperienza e credo che si faccia una sola volta nella vita. Mentre tornavo a casa le raccontavo il più e il meno della giornata, preso anche un po’ dalla stanchezza. Ma quello che non riesco a togliermi dalla mente è la forte motivazione, la tranquillità che quest’uomo riesce a passare alle persone che gli passano avanti.
Quello che a me ha trasmesso, quello che mi hanno insegnato questo viaggio e l’incontro con il Papa, è stata una semplice parola: umanità. La cosa che ci distingue dall’essere semplici uomini.
L’ho guardato negli occhi e tutto si è riempito di luce
di Samuel Gregalli
Devo dire che arrivati a Roma ero molto euforico. Ma è quando abbiamo fatto il giro con il pullman che ho capito quanto fosse una città incredibile: mi sono sentito tornare indietro di duemila anni, tra stupore e incredulità continuavo a guardare queste meraviglie.
Finché bàm, il mattino dopo ci si alza, è arrivato il grande giorno. La stanchezza si fa sentire ma l’euforia di vedere il Papa prende il sopravvento. Ci emozioniamo al massimo andando verso il Vaticano, poi l’attesa della fila diventa una tortura perché ho molta fretta, ma guardando la compostezza di Paolo – anche se dentro stava esplodendo, sono sicuro – allora mi faccio forza e mi armo di pazienza anche io. Finalmente entriamo, saliamo le scale, una meraviglia dietro l’altra: secoli di storia e arte tutta insieme stupiscono tutti, giovani, vecchi, donne, bambini. Ecco, finalmente ci siamo. Ci mettiamo in ordine nelle sedie, davanti a noi i musicisti, per prepararci a esibirci. Facciamo le ultime prove a bassa voce per ripassare la canzone, l’ansia a volte fa pensare “ma ce la faremo a essere intonati?”. Boh, chissà… E all’improvviso, mentre attendiamo così, boooom, la sala si riempie di una energia incredibile: è entrato il Papa, così, all’improvviso. Ci sorprende tutti. E’ incredibile, per la prima volta vedo il Papa! E non uno qualsiasi: è il papa Francesco, un Papa incredibile, un personaggio vero, umile e divertente. La sala da quando è entrato lui sembra si sia riempita di luce. Una cosa incredibile.
E’ arrivato il momento di esibirsi. Ero talmente emozionato che non mi sono accorto che ero ancora l’unico con la mascherina! Ma ecco, arriva il nostro momento. Il Papa guardandoci ci mette addosso tanta di quella positività che la canzone viene fuori così, con scioltezza: ce l’abbiamo fatta! Il Papa mi fa un cenno con il pollice in su sorridendo, o almeno credo fosse rivolto a me. Ma anche se non lo fosse è bello pensarlo lo stesso, che fosse rivolto a me. Finito di esibirci ci dicono che possiamo salutarlo.
E ora sono lì in fila, la persona davanti a me si sposta e tutto diventa quasi a rallentatore, lo guardo negli occhi, lui mi guarda, e tutto diventa così magico, un viso così pieno di amore mi riempie il cuore… Caspita, ha una energia incredibile, tanto che quando mi stringe la mano una scossa mi scorre in tutto il corpo. Wow. Non ho mai provato una emozione del genere in vita mia. E l’emozione in quel momento è tutto. Non ho bisogno di niente più, sto benissimo, e racconto stupito la mia emozione ai parenti parlandone al telefono.
Una storia incredibile. Ringrazio di avermi dato questa possibilità di vivere questa esperienza. Mi rimarrà nel cuore tutta la vita.